Rinnovamento nello Spirito Santo - Piemonte e Valle d'Aosta

Un poco di storia raccontata da...
   
Padre Mimmo Lovera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per conoscere le origini del rinnovamento in Torino, dobbiamo trasportarci in collina, al Centro La Salle. Era il pomeriggio del 14 Dicembre 1974. Due coniugi francesi, appartenenti a un gruppo di Rinnovamento presentavano la loro esperienza ed il motivo della loro presenza a Torino.

Ricordo la presenza di Serafina e di altri fratelli del gruppo Alleluja, la presenza di suor Giuseppina Zurletti che per prima ospitò i gruppi "Maria" al Cenacolo e di altri fratelli.

I coniugi Canova (così si chiamavano i due francesi) dissero di essere venuti in Piemonte mossi dallo Spirito Santo. Il loro gruppo, in preghiera, aveva avuto da una profezia l'invito a portare il fuoco dello Spirito a Torino. Per questo compito la sorte cadde sui coniugi Canova i quali si misero in viaggio in modo evangelico, senza punti di riferimento, senza sicurezze, con la sola certezza che lo Spirito li avrebbe guidati.

Giunti a Torino, mentre pensavano alle realtà ecclesiali esistenti, quali il Cottolengo, l'Ausiliatrice o altre, si imbatterono in un religioso svizzero delle Scuole Cristiane, Fratel Joseph.

Questo religioso, non sacerdote, vero uomo di Dio, qualche mese prima, in un viaggio in Liguria mi faceva partecipe di un suo desiderio: conoscere i carismatici di cui aveva letto qualche cosa. Dio volle che i Canova fossero indirizzati a lui. Tra parentesi credo doveroso ricordare questo religioso che Dio scelse all'inizio della nostra storia e che è mancato in silenzio qualche anno fa.

Tra tanti particolari che emergono alla memoria in quel fine anno 1974, in clima già natalizio e alla vigilia dell'anno santo, ne voglio ricordare uno. Certo, alcuni vecchi fratelli ne hanno altri che potrebbero arricchire questo discorso, perché allora non ci si trovava tutti insieme come gruppo.

Mi colpì durante una preghiera con fratel Joseph, la lettura del cap. 47 di Ezechiele. Questo capitolo è diviso in due parti: i primi 12 versetti parlano della sorgente del tempio, i versetti restanti parlano dei confini della terra che le 12 tribù di Israele si sarebbero divisi in eredità.

Ezechiele vide in visione che l'acqua che scaturiva da sotto l'entrata del tempio cresceva fino a diventare un torrente che si poteva attraversare solo a nuoto. Le rive del torrente erano ricche di alberi con frutti di ogni tipo, tanto abbondanti da procurare un raccolto al mese. Non solo, il torrente, sfociando nel mare ne risanava le acque: l'acqua salata diventava salubre e ricca di pesci di ogni genere.

Per fratel Joseph, l'interpretazione del testo profetico era ovvia. La casa che ci ospitava, il Centro La Salle, era il tempio. La Casa infatti è costruita all'interno di una struttura che avrebbe dovuto diventare il presbiterio di una grande basilica sovrastante la città di Torino. La costruzione non fu ultimata secondo la sua finalità, ma divenne poi, Casa Religiosa.

L'acqua significava l'acqua viva dello Spirito che scendendo dalla collina entrava nel grande mare di Torino portando risanamento e frutti abbondanti.

L'interpretazione della divisione dei confini fu questa: non un torrente, ma due sarebbero partiti dal tempio (il Centro La Salle) ed un giorno si sarebbero ricongiunti alla sorgente per diventare una cosa sola.

Molti ricordano che all'inizio non c'era sintonia perfetta tra i gruppi. Ma ben ricordiamo che il primo ritiro cittadino fatto in comunione tra i gruppi Alleluja ed i gruppi Maria si svolse alla sorgente, al Centro La Salle.

Il primo incontro dei pastorali Maria e Alleluja avvenne dopo un bel pezzo di strada, il 14 Maggio 1976 con la partecipazione di 18 persone.

A distanza di anni è bello riconoscere con quanta pazienza Dio guidava i suoi figli che vivevano l'entusiasmo e si fidavano di Lui sia pure con limiti e difficoltà.

Credo proprio che , per questo abbandono, Lui ha portato avanti il suo progetto.

Credo sia anche giusto, oltre alle meraviglie di Dio, ricordare qualche nostra povertà. Dio non gioca con delle statue di gesso, ma con persone vive come si fidò del popolo di Israele con tutte le sue ribellioni, con i suoi entusiasmi, con le sue sconfitte, con la sua fatica nel seguire il Signore. Poi, è ben noto che quando si inizia un'opera di Dio c'è sempre una forza negativa che cerca di ostacolarla.

Una parola sulla realtà dei gruppi Maria nei quali ho vissuto per un certo periodo.

Il gruppo Maria nacque a Roma nel 1973 dai coniugi Ancillotti che avevano lasciato il gruppo Emanuele. Personalmente nutro molta riconoscenza verso quei fratelli ed un profondo affetto verso tutti coloro che mi hanno aiutato ad entrare nella vita carismatica. Non intendo perciò nel modo più chiaro fare il processo a nessuno, ma leggere insieme una pagina della nostra storia.

Quando nel primo pastorale unito dei gruppi di Torino un fratello affermò che la situazione romana dei gruppi Maria ed Emanuele di Roma era una situazione personalistica, feci difficoltà, e con me altri fratelli, a comprendere questa affermazione.

Personalmente mi trovai in una situazione imbarazzante: fratel Joseph sconsigliava di partecipare a qualsiasi gruppo fuori del Centro La Salle ed i fratelli dei gruppi Maria di Roma raccomadavano (tra virgolette) "di mantenere la purezza della razza e la caratteristica specifica dei gruppi Maria". Ed eravamo in buona fede, anche se ho sempre fatto fatica in quel primo momento ad accettare la distanza con altri gruppi.

La situazione non era solo torinese dove, di fatto, pur facendo ciascun gruppo il suo cammino, non c'erano forti tensioni. Queste erano invece presenti in modo forte a Roma, dove intervenne il vicario, il cardinal Ugo Poletti che il 31 agosto 1976 scriveva a P. Grasso, gesuita, una lettera nella quale diceva testualmente: Mi auguro che le divisioni si calmino e si allontani ogni pericolo di divisioni e di contrasto, altrimenti c'è davvero da chiedersi se (il rinnovamento Carismatico) sia opera di Spirito Santo o solo di uomini e frutto di illusioni".

In seguito i coniugi Ancillotti, riconosciuti fondatori dei gruppi Maria, lasciarono i gruppi per dedicarsi alla Comunità Maria e poi lasciarono anche quella.

Nel frattempo il comitato di servizio per il Nord-Italia stilava un documento base su "ORIENTAMENTI DOTTRINALI E OPERATIVI PER GRUPPI DI RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO".

Tale documento condusse pian piano i gruppi Maria alla libertà dello Spirito e a comprendere che non era positivo un eccessivo attaccamento ai fondatori dei gruppi che allora si legavano tra di loro quasi con vincoli associativi; che non era positiva la mancanza di collaborazione con altri gruppi; che non si poteva dividere il Rinnovamento nello Spirito attraverso gruppi che erano espressione di un unico gruppo "Madre".

Infatti, allora, i gruppi Maria avevano un elenco a parte dei gruppi e si riportavano solo quelli Maria.

Per anni non si fece un seminario comune tra gruppi e alle prime due giornate di preghiera di effusione di Torino dei gruppi Maria parteciparono i fondatori di Roma, con altri fratelli di Milano e di altre città vicine e lontane ma nessun fratello dei gruppi Alleluja di Torino.

Di strada ne è stata fatta tanta… e per questo sia lode al Signore!


Gli inizi del R.n.S. a Torino e in Piemonte: Serafina Ricca

La storia del Rinnovamento e quella dei nostri gruppi è scritta nel cuore del Signore, e Lui solo la conosce davvero. E’ certamente la storia della manifestazione della sua misericordia e del suo amore per noi.

La mia storia nel Rinnovamento ha inizio nel novembre 1974.

Avevo letto il libro di Don Serafino Falvo “L’ora dello Spirito Santo”, appena uscito, e da quelle pagine avevo capito che il Rinnovamento carismatico (così allora si chiamava) era la volontà del Signore per me.

Attraverso circostanze volute dal Signore, potei recarmi a Roma, come desideravo, e ricevere l’effusione dello Spirito Santo nel gruppo Emmanuele nel dicembre di quell’anno.

Non vi erano allora gruppi carismatici cattolici a Torino né in Piemonte. Desiderosa di comunicare ad altri la mia esperienza presi subito contatti per iniziare un gruppo con Padre Corrado dei frati Minori del Convento di S. Antonio da Padova in Torino che era disponibile a darci la sala per gli incontri e a partecipare a questa nuova esperienza.

Intanto, dietro indicazione di una sorella di Milano presi contatti con Anna Maria Gustinelli, lei pure reduce da Roma dove aveva ricevuto l’effusione nel gruppo Maria e con Padre Alberto Casalegno, gesuita, che aveva fatto anche lui la medesima esperienza.

Padre Casalegno, sempre nel dicembre 1974, veniva invitato da Frère Joseph, che aveva iniziato il cammino di vita nello Spirito nell’Istituto La Salle dei Fratelli delle Scuole cristiane. Frère Joseph aveva riunito a La Salle un piccolissimo gruppo di persone che avevano dei contatti con il suo Istituto, e a questi ci unimmo noi tre e le prime persone alla quali avevo dato l’annuncio del Rinnovamento: Giuseppina Fassio, Franco e Angelina Chiolerio a cui si aggiunsero pochi altri. Qui cominciammo a fare le prime esperienze di preghiera nello Spirito, dei carismi, di un nuovo cammino guidato dalla Parola di Dio.

Qui rimanemmo per tre mesi, ma non era quello il posto dove dovevamo rimanere. Gesù ci sollecitava all’annuncio, a un annuncio a più largo raggio, voleva spingerci in città, nel cuore della città. E a questo proposito avemmo una forte parola profetica, quella da Ezechiele 47, 1-12. Eravamo titubanti, un po’ incerti se affrontare questa nuova esperienza.

Ma Gesù e il suo spirito agivano. Il Signore raggiunge sempre il suo scopo, realizza la sua volontà e noi siamo nelle sue mani semplici strumenti, non sempre docili. Noi spesso non lo ascoltiamo, non capiamo, ritardiamo, ostacoliamo la realizzazione del suo progetto, ma Lui nel tempo, lo compie. Lui è il Signore.

Fu certamente il Signore che ispirò a frère Joseph, nel marzo 1975, dopo tre mesi che eravamo presso di lui, di invitarci a lasciare l’Istituto La Salle. Ci disse che desiderava che il suo gruppo fosse formato in prevalenza da fratelli del suo istituto e che avesse un particolare riferimento alla spiritualità del Santo Fondatore. Ci invitava perciò ad andarcene e a formare il nostro gruppo a Torino, e questa fu una grande profezia.

Dopo la parentesi del Centro La Salle ripresi immediatamente i contatti con Padre Corrado e ci trasferimmo nel santuario di S. Antonio da Padova, una sede che mi fu confermata dal Signore con chiari segni. E qui cominciammo a crescere rapidamente.

Cominciarono ad arrivare molti fratelli. Un mese dopo, il 7 aprile, iniziava il 1° Seminario, dopo il quale, in giugno ricevettero l’effusione 16 persone.

Frattanto nel mese di maggio in occasione della Pentecoste, ci eravamo recati in buon numero a Roma, al III Congresso Internazionale del Rinnovamento carismatico, e in quell’occasione, altri fratelli del nostro gruppo chiesero la preghiera di effusione.

Fu un momento molto forte per noi il congresso di Roma, sia riguardo alla crescita nostra e del gruppo, così a contatto con i fratelli maggiori che provenivano da altre nazioni e avevano fatto un più lungo cammino; sia riguardo all’unità del gruppo, che aveva avuto origine da due diverse denominazioni, Emmanuele e Maria, e che ricevette allora una forte parola profetica per l’unità, durante la S. Messa per gli italiani celebrata da Don Sante Babolin. Questa parola fu all’origine di una certa preziosa libertà e indipendenza dalle due diverse correnti in cui si divideva allora il Rinnovamento italiano.

Quando nel giugno 1975 venne a Torino il Card. Suenens per presentare il suo libro “Lo Spirito Santo nostra speranza”, e con la conclusione del primo seminario, il gruppo crebbe ancora e superava le 50 persone. Così, verso la fine del 1975,ci fu una giornata di ritiro con Don Sante Babolin per la conferma dei responsabili e la formazione del primo gruppo pastorale.

Poco dopo si aggiungeva alla sede di S. Antonio da Padova, dove gli incontri erano serali, la nuova sede di Via XX Settembre, presso i Padri della Missione con incontri pomeridiani, e da allora la crescita del gruppo si fece sempre più rapida: si susseguivano i seminari (30-40 persone ogni volta); a S. Antonio le sedie non bastavano più, si compravano le moquettes per far sedere i giovani.

Per avere qualche linea direttiva e un approfondimento nello studio, ci mettemmo in contatto con i fratelli del Veneto, e con la comunità di Don Sante Babolin partecipando a giornate di ritiro e di studio a Costabissara (in provincia di Vicenza).

Un così rapido sviluppo del gruppo portava intanto alcuni seri problemi: difficoltà a seguire personalmente i fratelli per aiutarli a crescere, difficoltà a livello di preghiera comunitaria, difficoltà nel servizio e nei ministeri e in particolare per le guarigioni interiori, di cui avevamo molto bisogno. Non avevamo sacerdoti. Ma la parola del Signore mi incoraggiava: avrebbe sfamato Lui i suoi poveri, noi dovevamo solo adoperarci a collaborare con lui, per aiutare i fratelli a guarire, a entrare nel desiderio dello Spirito e nella vita dello Spirito.

Intanto Anna Maria Gustinelli e Padre Alberto che con me avevano iniziato il gruppo, avevano preso altre strade: la prima facendosi suora laica delle Paoline, il secondo partendo in missione nel Sud America. Attraverso queste situazioni, attraverso le difficoltà, le prove e le incapacità nostre, il Signore, da gran Signore che Egli è, portava avanti ugualmente il suo disegno e noi uomini potevamo sì ritardarlo, ma non impedire che si compisse. Il Signore agiva, portava novità di vita e il suo piano poco per volta si realizzava. Se grandi sono state le difficoltà del gruppo, i pericoli, grandi sono stati anche i doni: primo di tutti il dono della lode. Già il nome del gruppo, indicato a noi dal Signore da un brano dell’Apocalisse, lo annunciava: “Alleluia!”. Il Signore ci ha dato questo dono e ci ha chiesto di tenere viva la lode di non lasciarla mai estinguere e di permettere alla lode di trasformare la nostra vita.

Il Signore inoltre ci mostrava chiaramente quale era la missione che affidava al gruppo: missione di annuncio e missione profetica. Cominciavano a uscire, fra il 1976 e il 1978, dal gruppo “Alleluia!” coloro che dovevano divenire responsabili di nuovi gruppi in città e fuori: si formarono i gruppi di S. Filippo, di Alba, di Bra, di Sanfrè, di Bottigliera e più tardi quelli di Fiano e del Centro Europa. Uno dei frutti più preziosi del gruppo “Alleluia!” è stata la chiamata di alcuni fratelli il 26 ottobre 1978 alla Comunità di Gesù, che, guidata da Diana Trovò, ha portato frutti evidenti di un nuovo amore nell’unità e di un servizio ricco e fruttuoso. Nel novembre 1975 nasce il gruppo “Maria” che inizia i propri incontri presso le Suore di Nostra Signora del Cenacolo in Piazza Gozzano e presso la chiesa di S. Giuseppe in Via S. Teresa.

Sul piano nazionale, intanto, si andava, poco per volta, per volontà del Signore, verso una unità fondamentale: dai gruppi delle singole città alla conferenza animatori di Triuggio (aprile-maggio 1976), dove si formò il primo Comitato Nazionale di servizio a quella di Milano Marittima (aprile 1977) e poi a Brescia (giugno 1977), a Salerno (ottobre 1977), fino al primo convegno nazionale a Rimini nell’aprile del 1978.

Nel 1978 cominciarono a venire i sacerdoti per cui avevamo tanto pregato. Frequentavano i nostri seminari ricevendo la preghiera di Effusione, e iniziavano altri gruppi nelle loro sedi.

I contatti presi negli anni precedenti con i gruppi “Maria” si rafforzano, favoriti dal nuovo clima di unità creatosi nel Rinnovamento dopo i convegni di Triuggio e di Milano Marittima. Viene pure confermata una certa apertura ecumenica, già presente nel gruppo agli inizi. In questo secondo periodo il gruppo cresce, non solo di numero, ma di qualità. Nell’assemblea di preghiera si rafforzano quelli che devono esserne i cardini: la preghiera di lode e l’ascolto della Parola. Si cresce nell’uso dei carismi. Si ascoltano catechesi di formazione di crescita invitando sacerdoti qualificati per le giornate di ritiro. Aumentano i contatti del gruppo con l’esterno. Durante l’estate molti fratelli frequentano i centri estivi del Rinnovamento o si recano in altre località per giornate di ritiro. Si va in Francia, a Lourdes e a Paray le Monial, dove si stabilisce un contatto fruttuoso col Rinnovamento francese.

Nel gruppo si manifestano, per la benevolenza del Signore, guarigioni e conversioni profonde e crescono i carismi. Cominciano a funzionare i ministeri.

Oggi, dopo 27 anni, dal suo inizio, il gruppo è sempre fiorente. Il Signore ha costruito e continua a costruire il suo tempio, di cui ogni membro è una piccola pietra che lui ha inserito nella sua costruzione nel punto giusto e nel momento giusto.

A Lui, vero e unico artefice della costruzione della sua Chiesa e dei nostri gruppi il nostro “grazie” per le maraviglie compiute in nostro favore e ogni lode e gloria in eterno.